Michele di Lando: il potere senza volere
STORIA
La rivolta dei Ciompi
Nel giugno del 1378, Firenze fu teatro di una delle più affascinanti e tumultuose ribellioni popolari del Medioevo italiano: la Rivolta dei Ciompi. Questo movimento sociale, animato dalle classi lavoratrici e artigiane, sfidò gli equilibri di potere della città. Tra le figure emergenti di questa rivolta, spiccò quella di Michele di Lando, uomo di umili origini che per un breve periodo riuscì a scalare i vertici del potere fiorentino.
Il contesto della ribellione
La Firenze del XIV secolo era una città ricca e prestigiosa, ma caratterizzata da profonde disuguaglianze sociali ed economiche. Il malcontento tra le classi meno privilegiate era sempre più sentito, in particolare tra i Ciompi, ovvero quei lavoratori tessili che prestavano servizio nelle botteghe.
La rivolta dei Ciompi scoppiò come risposta alle sempre peggiori condizioni lavorative. In questo senso, non vi fu dunque una vera e propria causa scatenante, quanto piuttosto una molteplicità di fattori che si aggravarono giorno dopo giorno, culminando in un sentito disagio generale contro il governo oligarchico della città.
La figura di Michele di Lando
In questo clima di tensione, emerse la figura di Michele di Lando. Nato intorno al 1331, Michele fu un lavoratore della lana, quindi un esponente diretto della classe dei ciompi.
Durante i disordini, in data 22 Giugno 1378, i Ciompi assaltarono il Palazzo dei Priori nominando Michele di Lando "Gonfaloniere di Giustizia", una carica ricoperta normalmente dagli esponenti dell'aristocrazia mercantile. Questo episodio fu talmente rivoluzionario e clamoroso da rimanere impresso nella storia fiorentina e non solo.
Michele di Lando infatti si ritrovò da un giorno a un altro a dover guidare la città di Firenze in uno dei suoi momenti di maggiore crisi, cercando di mediare tra le istanze popolari e la necessità di stabilità politico-sociale. Durante la sua breve amministrazione vennero introdotte alcune riforme con lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. Tuttavia, nonostante gli sforzi, il nuovo governo si scontrò con una forte resistenza da parte delle classi dominanti e delle corporazioni tradizionali.
L'epilogo della vicenda
Nonostante la sua posizione di vertice, il potere del popolo capitanato da Michele ebbe vita breve. La classe dominante fiorentina non poteva più tollerare un tale individuo alla guida della città. Nel luglio del 1378, dopo poco più di un mese, vi fu una rapida repressione della rivolta che sancì il definitivo ritorno al potere dell'élite conservatrice. Michele di Lando venne esiliato e la sua figura cadde in seguito nell'anonimato.
Conclusione
Questa vicenda rappresenta un episodio significativo della storia di Firenze e più in generale della lotta di classe nel Medioevo italiano. L'ascesa al potere di Michele di Lando non fu meramente un atto di rivolta fine a se stesso, quanto piuttosto una ricerca di equità sociale. La rivolta dei Ciompi può essere considerata dunque un primo tentativo di democrazia popolare attraverso il quale è possibile vedere come, in momenti di estrema tensione sociale, anche le strutture di potere più rigide possano essere sovvertite da figure inaspettate.
Fonti:
L’Abate Lami, Delizie degli eruditi toscani, Firenze, 1770.
Guicciardini Francesco, Storia fiorentina, 1509.
Roncaglia Raffaello, Michel di Lando e i Ciompi, Milano, 2018.